Alcune voci sul web, fanno pensare a grosse novità in vista, il sistema di trasmissione delle nostre bici potrebbe cambiare drasticamente.
Se pensate ad una bicicletta, sia che siate appena entrati in questo mondo sia che siate dei ciclisti di lunga data, di qualsiasi tipologia vi venga in mente, una cosa è certa, sulla ruota posteriore c’è il cambio (o deragliatore posteriore). Quando ho iniziato ad andare in bici c’erano 6-7 rapporti, per poi continuare la sua evoluzione fino alle 11-12 velocità di oggi. Comunque sempre lì, c’è quel componente a parallelogramma che è una certezza. Eppure potrebbe non essere più così a breve, forse siamo in vista di un grande cambiamento delle nostre biciclette e di come siamo abituati a pensarle.?

Utilità del cambio
Tutti noi pedalatori siamo abituati ad avere il cambio, fatta eccezione per una piccola nicchia di appassionati, che hanno voluto ritrovare un pò di semplicità nell’utilizzare le bici Singlespeed, di cui magari parleremo in un’altra occasione. Quando il cambio fa salire la catena sui pignoni più grandi ci permette di affrontare la salita dei nostri incubi, o viceversa, scendendo sui pignoni più piccoli fa aumentare la nostra velocità nei tratti in pianura o in discesa. Inoltre non dobbiamo dimenticare un’altra importante funzione che svolge, ovvero quella di tenere la catena alla tensione corretta. Insomma, è il nostro alleato più prezioso di cui dobbiamo imparare ad averne cura ed utilizzarlo correttamente.?
La sua evoluzione
Negli ultimi anni la sua evoluzione tecnologica è stata notevole, è aumentata la quantità di rapporti a disposizione, come pure la sua capacità di gestire pignoni con un numero di denti non indifferente (basti pensare alla Mtb, dove arriviamo ad avere come pignone più grande un 51 denti mentre il più piccolo è di 10, in alcuni casi). Eppure il suo schema di funzionamento è rimasto praticamente lo stesso nel corso degli anni, seppur rivisto e modificato nelle sue parti. La sua struttura a parallelogramma, come anche la posizione dove viene montato, è grossomodo quella da decine di anni.?
Cambio interno?
Non è una novità che alcuni produttori stiano cercando delle alternative al cambio classico che conosciamo. Per quanto svolga egregiamente il suo lavoro, ha comunque dei limiti e molte volte, ammettiamolo, ci fa disperare quando non funziona. Ma come fare per migliorarlo ulteriormente? Come possono risolvere i classici problemi che affliggono noi ciclisti? Forse la risposta è già nell’aria. Si vocifera su bikeradar.com, che Shimano abbia depositato un brevetto per un nuovo sistema di trasmissione di tipo interno, sia per la MountainBike, che per la strada. Iniziamo col dire che i sistemi di trasmissione interni ad una scatola cambio, non sono una novità assoluta. Ci sono aziende che hanno già lanciato sul mercato questo tipo di trasmissione, un esempio è il Pinion ed altre ci hanno provato con risultati non sempre soddisfacenti. Quello che si intravede dal brevetto Shimano è che ha un sistema diverso dagli altri presenti sul mercato.?

Cambio interno VS Cambio classico
Protezione
Innanzitutto perché essendo chiuso dentro ad una scatola è molto più protetto.? Al momento il cambio è soggetto a tutto ciò che incontriamo sui nostri sentieri. Ad esempio il fango è uno dei nemici giurati al suo funzionamento in quanto impedisce di fare correttamente i suoi movimenti per spostare la catena da un pignone all’altro. Oppure in ambito più gravity si faccia avanti chi non ha mai preso un colpo al cambio, causando la rottura dello stesso o del forcellino che lo tiene attaccato al telaio.
Bilanciamento pesi.
Un cambio interno come quello visto nel brevetto Shimano viene montato vicino al movimento centrale, questo comporta uno spostamento dei pesi verso il centro della bici, che equivale ad un miglior bilanciamento ed una migliore guidabilità.?
Manutenzione
Tasto decisamente importante, un sistema di trasmissione interno ha bisogno di pochissima manutenzione.? Si parla solo di cambiare l’olio una volta l’anno o ogni tot kilometri percorsi. Inoltre essendo sigillato, lo sporco non può facilmente entrare; cosa diversa attualmente dove la catena e gli ingranaggi sono esposti ad ogni tipo di agente esterno, variandone drasticamente la durata.
Il range di rapporti
Veniamo ora alla famosa “coperta” ovvero la differenza tra il rapporto più corto e quello più lungo. Attualmente col monocorona 1×12 siamo arrivati ad un range del 500%, nel caso del brevetto Shimano con 13 rapporti pare sia del 470%, ma ad esempio il Pinion arriva ad oltre il 600% con 18 rapporti.?
Peso
Tasto dolente dei cambi interni, il peso. Al momento il peso è un grosso limite perché con tutte le sue componenti perde impietosamente la battaglia a favore del cambio esterno. Questa è una delle sfide che le case produttrici devono cercare di vincere ed il sistema presentato da Shimano, almeno concettualmente, sembra potenzialmente più leggero dei suoi avversari.⚖️
Cambiata sotto sforzo
Altra lancia da spezzare a favore del caro e vecchio deragliatore posteriore, la cambiata sottosforzo. Al momento coi cambi interni attuali non è possibile cambiare marcia senza alleggerire la spinta impressa sui pedali. Diciamo chiaro e tondo che quelle cambiate assassine non andrebbero fatte, ma si sa a volte è necessario, ed è piuttosto brutto magari trovarsi impiccati sul cambio di pendenza senza poter chiedere aiuto ai rapporti a disposizione. Piccola nota: su alcuni test effettuati col Pinion, sembra che il passaggio dal primo all’ultimo rapporto sia velocissimo, questo perché non deve scalarli tutti uno alla volta. Quindi si può prendere in considerazione il fatto di cambiare rapporto prima di imprimere forza sui pedali.?

Certo è che il brevetto depositato da Shimano mette in moto una certa curiosità su questi nuovi sistemi. Anche le domande senza risposta sono tante, del resto questi sono “rumours”. Ad esempio un sistema simile sarà compatibile con i motori delle E-bike? Idea mia personale: non sarà così impossibile trovare nella scatola sotto il movimento centrale sia il motore che il cambio, anche se a questo punto la gestione degli spazi diventa un bel problema. Un’altra ipotesi che nasce osservando lo schema di funzionamento è che potenzialmente potremmo arrivare ad un cambio automatico tipo quello dei variatori degli scooter. Siamo un pò alla fantascienza, ma perché no??
La domanda che infine ci facciamo tutti è… Quando arriverà sul mercato una novità del genere??? Sarebbe bello saperlo. Shimano è famosa per dare priorità alla qualità del prodotto prima di immetterlo sul mercato, di conseguenza la strada sembra ancora molto lunga.⌛️
Quello di cui siamo sicuri è che potenzialmente può cambiare nei prossimi anni la concezione di bici che tutti conosciamo. L’immagine impressa nelle nostre menti sembra destinata a cambiare andando a favore di sistemi sempre più integrati e nascosti, dando alla bici una linea sempre più pulita ed efficace.
E voi cosa ne pensate?
Fatemi sapere qual è il vostro pensiero a riguardo, magari in una bella discussione sulla pagina Facebook Iovadoinbici?
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Quello che conta alla fine è sempre pedalare!
Ci vediamo presto per un bel giro in bici!
Fonti: www.bikeradar.com – www.singletrackworld.com